giovedì 28 maggio 2009

Salvatore Biasco per Francesca Balzani

Cara Francesca, ho letto con grande piacere il Suo programma elettorale per l’Europa. Lo ritengo un programma di respiro, centrato su pochi e sostanziali punti su cui potrà portare la sua capacità di entrare nel merito delle cose, con la competenza e le doti professionali che ha mostrato nel Suo incarico pubblico. Al cuore del programma, oltre ad alcuni significativi punti infrastrutturali, vi è la difesa e l’approfondimento del modello sociale europeo. Mi riferisco a quel modello che nei suoi punti alti associa alla proprietà un concetto di responsabilità, punta sulla cittadinanza e valorizza l’idea di comunità, affida ad un intervento esteso dello Stato compiti pervasivi di mediazione sociale e di correzione degli esiti del mercato, é informato dall’idea di patto che lega i cittadini alle istituzioni (quindi qualcosa che va al di là del welfare). Quel modello, elaborato durante l’era socialdemocratica degli anni ’60 e ’70, non e’ stato smantellato, ma ha dovuto subire l’urto e le regressioni venuti dalla penetrazione in Europa di un’egemonia culturale di oltreoceano. La posta in gioco è la stessa capacità di crescita produttiva (nella coesione sociale) dell’Unione (tenuta in scacco da orientamenti culturali inidonei), senza la quale la preservazione dell’originalità del modello é in pericolo e prenderebbero forza quelle correnti (europee) che ancora oggi ritengono non vi siano alternative a strutturare la società affidando ai mercati i compiti di regolazione sociale. Sono le stesse forze che hanno costituzionalizzato nei trattati l’idea che l’Unione dovesse essere priva di un governo con piena responsabilità e dovesse avere le mani legate verso politiche attive. Con la conseguenza che oggi, una crisi mondiale di dimensioni mai viste in 80 anni, e con epicentro negli Usa, sta progressivamente diventando, per incapacità istituzionalizzata di conduzione, una crisi prevalentemente europea. Lei identifica alcuni punti di intervento che compongono un altro orizzonte culturale, ma promettono anche di governare sotto più profili una situazione difficile e di far ritrovare all’Europa una capacità di risposta. La Sua è la consapevolezza di chi sa che il sostegno alla domanda e a una crescita generata attraverso il mercato interno, devono passare soprattutto attraverso un assunzione di responsabilità da parte dell’Unione nella salvaguardia di situazioni sociali più deboli, ritrovando il gusto per politiche – fortemente sollecitate dal centro dell'Unione - di maggiore eguaglianza e sviluppo civile. Con i migliori auguri, Salvatore Biasco

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